giovedì 23 luglio 2015

"IL SOGNO DI INFANZIA" spedizione PSAI ITALIA in Norvegia


  IL Sogno d’Infanzia

 Ritrovamento del “flap” del Junker 52/3


Alcuni ricordi di guerra di un testimone:
Di tutta la guerra mi rimase per sempre impressa una unica missione…. Era il 26 aprile del 1945, avevo appena lasciato il servizio alla Torre di Controllo, quando venni richiamato. Era arrivata la comunicazione di un nostro ricognitore dalla zona di Fedafjord, dove venivano segnalati movimenti di alcune unita’ della Kriegsmarine, la flotta navale tedesca, presso una fabbrica di estrazione e lavorazione del minerale molibdeno. Al nostro dipartimento di “Intelligence”,  la fabbrica era già nota per la produzione di armi e si era già tentato più volte di distruggerla attraverso bombardamenti aerei.
Mi ricordo quando prestavo servizio nella “Royal Air Force – RAF”  come addetto alle comunicazioni presso l’aeroporto di Dallachy Strike Wing. Ricordo con  particolare commozione le molte missioni sul Mare del Nord; ragazzi e piloti che si alzavano in volo, con le gesta della spregiudicata giovinezza e l’ardore delle loro gesta, consapevoli che ogni volta poteva essere la loro ultima missione.  Questi erano gli Eroi che prestavano servizio in questo aeroporto.



Di tutta la guerra mi rimase per sempre impressa una unica missione…. Era il 26 aprile del 1945, avevo appena lasciato il servizio alla Torre di Controllo, quando venni richiamato. Era arrivata la comunicazione di un nostro ricognitore dalla zona di Fedafjord, dove venivano segnalati movimenti di alcune unita’ della Kriegsmarine, la flotta navale tedesca, presso una fabbrica di estrazione e lavorazione del minerale molibdeno. Al nostro dipartimento di “Intelligence”,  la fabbrica era già nota per la produzione di armi e si era già tentato più volte di distruggerla attraverso bombardamenti aerei. 

 Bristol Beaufighter della RAF 


Convocato come da procedura e con il consueto briefing tra Equipaggi e Comandanti, si decise di tentare di fermare le tre unita’ navali da trasporto tedesche che erano state individuate.
Dalle informazioni risultava che le navi erano cariche di armi per rifornire le truppe del “Terzo Reich” di stanza in Norvegia.
L’attacco era quindi stato pianificato e deciso. Quelli del 144° Squadrone della “Royal Air Force RAF PL-E NV 182 vennero incaricati di eseguire la missione. Decollarono  quattro cacciabombardieri Bristol Beaufighter, sei caccia P51 Mustang americani del 19° squadrone USAF, due outsiders alleati del 289°squadrone  e un aereo da ricognizione Vickers Warwick della Royal Air Force inglese del 279° squadrone.
A circa metà  del tragitto dalla Manica verso il Mare del Nord, uno dei Bristol Beaufighter  segnalò avarie ai motori e dovette rientrare alla Base. Noi della Torre di Controllo eravamo sempre in contatto radio con i velivoli impegnati nella Missione, che dopo due ore di volo,  alle ore 16:11 del 26 aprile del 1945, videro avvicinarsi le coste della Norvegia. In prossimità di Fedafjord vennero intercettati e attaccati dai caccia  Messerschmitt BF 109 della Luftwaffe, e arrivati in zona bombardamento furono attaccati dalle batterie  contraeree tedesche poste a difesa della strategica fabbrica Norvegese occupata dai Tedeschi.
 


                          

  Vickers Warwick - RAF

   P51 Mustang - RAF



Dalle comunicazioni via radio ci segnalarono che un Bristol Beaufighter era stato abbattuto dalla contraerea  ed era precipitato in mare, come riscontrammo successivamente anche dalle fotografie dei nostri ricognitori. Gli altri caccia bombardieri inglesi inflissero pesanti danni alla nave tedesca “Palmyra”, una delle tre con il prezioso carico d’armi, senza però riuscire ad affondarla. Un secondo Bristol Beaufighter venne colpito, e gravemente danneggiato precipitò in un lago della zona. Dopo un ulteriore scontro a fuoco tra la contraerea tedesca un terzo cacciabombardiere inglese venne colpito e abbattuto terminando la sua corsa con un impatto contro i cavi dell’alta tensione ed il successivo schianto nel bosco ad ovest di Hidra, nei pressi del lago di Sage.

 Le due lapidi nel cimitero di Feda




Le salme dei due membri dell’equipaggio vennero trovate delle truppe tedesche e sepolte nel cimitero di Feda Oggi è possibile riconoscere la loro tomba attraverso una pala dell’elica del loro aereo infissa nel terreno che porta incisi i nomi:  Eyton-Morgan (Pilota) e F/Sgt. J.T. Knox.

Ritorniamo ai giorni nostri:
Un giorno Federico mi racconta una storia che suo zio Kjell Glendrange, Marines Norvegese in congedo gli raccontava spesso.  Tre aerei inglesi caduti durante la guerra vicino a dove abita.
Incuriositi da questa storia e leggenda che si tramanda nella famiglia Glendrange, in collaborazione con Leonardo Canale e Maurizio Bertini  concessionari di PSAI Italia non che esperti trainer subacquei e appassionati di ricerche storiche inerenti la Seconda Guerra Mondiale, iniziamo a informarci e raccogliere notizie per trasformare questa leggenda in storia documentabile in quanto realmente accaduta nei cieli del sud della Norvegia. Dalle nostre ricerche, grazie anche al contributo del Comando Centrale della Royal Air Force, è emerso che gli aerei caduti erano effettivamente tre. Partendo dalle foto originali dell’attacco scattate dai ricognitori inglesi  siamo stati in grado di individuare i tre probabili punti d’impatto. 


Attacco alla “Nave Palmyra”




Una volta recuperate più foto possibili e articoli dei giornali dell’epoca, ricontattiamo lo zio di Federico, Kjell, mettendolo al corrente di ciò che abbiamo trovato. Entusiasta all’idea di una spedizione di ricerca inizia a preparare tutto quello di cui potevamo aver bisogno, ed ottiene anche il prezioso supporto dei Vigili del Fuoco di Flekkefjord che mettono a disposizione le attrezzature necessarie.
Il giorno della partenza arriva, destinazione Fedafjord, Norvegia. E’ arrivato il momento di coronare mesi di ricerche fatte da Leonardo, Maurizio, Federico, Roberto ed Oscar. Inizia la grande avventura.
Arrivati all’aeroporto di Kristiansand ci accoglie la mamma di Federico, che nel mentre non è rimasta con le mani in mano raccogliendo informazioni dagli anziani e storici del posto.
Tra le altre cose racconta che i numerosi laghi del luogo sono famosi per l’avvistamento di figure mitologhe chiamati Nøkken. Attraversando l’alto ponte Fedafjord Bru, si apre davanti a noi una vista splendida del fiordo. Sembra di essere uno dei ricognitori che scattò le foto dell’epoca. Questa fantastica vista ci permette di iniziare a focalizzare le informazioni raccolte immedesimandoci negli eventidell’epoca. La nostra fantasia ci fa tornare indietro al quel fatidico 26 aprile del 1945 e proviamo ad immaginare quanto accaduto a quel tempo. 



Battaglia sul Fedafjord 


Appena depositati i bagagli ci muoviamo per un primo sopralluogo, diretti dove a quel tempo il cargo tedesco “Palmyra” fu attaccato dagli inglesi. Sappiamo che la nave fu danneggiata gravemente, ma riuscì comunque a raggiungere un cantiere in Germania per le riparazioni. La nave “Palmyra” affondo’ negli anni 70 a causa di una collisione con una nave cisterna inglese nel mar Baltico.



“Palmyra”




Nel mentre Federico si sta organizzando con Kjell per portarci nei boschi alla ricerca del Bristol Beaufighter abbattuto dall’aviazione della Luftwaffe, quello che cadde toccando i cavi dell’alta tensione.  Preparato tutto, partiamo. Dopo un paio d’ore di cammino arriviamo dove si trovano i resti dell’aereo inglese. Ci sono pezzi di ali, alcune parti dei carrelli e numerosi pezzi della carlinga. Sulle rimanenti parti delle ali e’ ancora possibile vedere gli stemmi della RAF, dai colori ormai sbiaditi,che ornavano le ali del bombardiere


 cerchi sbiaditi dei colori che ornavano le ali del bombardiere “Beaufighter




  I resti del “Bristol Beaufighter” abbattuto






 La sera del secondo giorno siamo galvanizzati per il primo ritrovamento, ci ritroviamo a cena, non si parla d’altro. Sissel e suo zio Kjell ci raccontano la leggenda di questi aerei e dell’ala, si narra sia nascosta nel lago vicino dove ci troviamo, aggiungendo le informazioni raccolte tra gli anziani del posto. Ancora più motivati non ci accorgiamo del tempo che passa e il sole di mezzanotte del cielo scandinavo non ci da tregua, come non ci danno tregua l’entusiasmo e la voglia di cominciare le ricerche. Alle 5.30 del mattino, da buon militare lo zio Kjell viene a svegliarci. E’ già pronto per partire alla ricerca del secondo Bristol Beaufighter. Non abbiamo nemmeno il tempo di capire di essere in Norvegia che il Signor Kjell è già passato dai Vigili del Fuoco di Flekkefjord a recuperare tutte le attrezzature necessarie per la ricerca in acqua.
Iniziamo a perlustrare il lago di Håland da est verso ovest, raggiungendo la profondità massima di 15 mt. Procediamo allineati ad una distanza di circa 5 metri l’uno dall’altro a causa del scarsa visibilità, cercando di muovere meno sospensione possibile e comunicando con la luce delle torce.
Al ventesimo minuto di ricerca, alla profondità di 12 mt, con il fascio delle torce illuminiamo una parte di ala del secondo aereo e alcuni piccoli frammenti del velivolo. Riusciamo ad effettuare il recupero del pezzo senza danneggiarlo ed a portarlo in superficie.  Ma qualcosa non torna, non è un Bristol Beaufighter, sembra il pezzo di un aereo da trasporto con segni di avvenuto incendio, come dimostrato dalla presenza di bolle sulla vernice. Arrivano presto gli esperti del vicino “Museo di Lister”, sono a conoscenza di un’altra vecchia storia riguardante un aereo tedesco che a bordo aveva dodici paracadutisti in viaggio dalla Danimarca dopo l’invasione della Norvegia del 1940.  Con nostro grande stupore ci confermano che il pezzo ritrovato appartiene ad un velivolo tedesco, lo confermano il colore e la forma ondulata della superficie.




 Recupero del flap dello ”Junker 52/3” dal lago di Haaland




Il giorno seguente, ricaricate le bombole, continuiamo con le ricerche. Come da programma, ci spostiamo verso quello che ci risulta essere il probabile secondo punto d’impatto, nel lago di Lange. Dopo circa 15 minuti nell’acqua fredda e torbida individuiamo i resti di un aereo. Con nostra grande sorpresa notiamo la forma ondulata della carlinga e delle ali; subito realizziamo che non si tratta di un Bristol Beaufighter bensì di un velivolo tedesco.  E’ lo Junker 52/3 che giace sul fondo fangoso. I resti del velivolo sono molto danneggiati, probabilmente a causa del forte impatto con il ghiaccio, dal recupero delle salme avvenuto in epoca di guerra e dal lungo tempo ormai trascorso. L’improvviso affiorare di questi pensieri suscita in noi un forte senso di rispetto per questi soldati deceduti a causa dell’abbattimento.

 La ricerca del ”Junker”


 Il PSAI Explorer Team sui resti dello “Junker”


Uno Junker della Luftwaffe

Rientriamo alla base, ci manca il terzo Bristol Beaufighter da trovare.
Alla sera ci troviamo per fare il punto della situazione, Federico ha alcune carte nautiche con le batimetriche di Fedafjord.  Studiamo la morfologia del fiordo e dei fondali incrociando le informazioni con le foto dei ricognitori inglesi dell’ epoca forniti dalla Royal Air Force.
Il giorno seguente ci rechiamo sul posto, prepariamo l’attrezzatura pronti a verificare le teorie ricostruite la sera prima. Spostandoci verso l’ipotetico punto d’impatto iniziamo a esplorare i dintorni fino alla profondità di circa 40 metri. Troviamo qui un improvviso e repentino cambio di inclinazione del fondale, che secondo le carte porta a circa 90 mtdi profondita’. Non disponendo quindi delle attrezzature tecniche che utilizziamo normalmente in Italia, iniziamo la risalita come pianificato.



Una volta in superficie ci consultiamo con lo zio Kjell, esperto della zona e delle correnti del fiordo, che ci conferma il probabile punto dove giace il relitto. L’idea di una nuova spedizione con le attrezzature adeguate e’ gia’ in fase di pianificazione ....…




Il Team Explorer PSAI ITALIA  per la spedizione in Norvegia alla ricerca degli aerei inglesi abbattuti è composto da:
·         Kjell Glendrange Marines della Marina Norvegese in congedo;
·         Sissel Glendrange, logistica e “intelligence” sul posto, responsabile di tutti i contatti in loco;
·         Leonardo Canale e Maurizio Bertini Responsabili PSAI Italia, ricerca web e logistica dall’Italia;
·         Oscar Lodi Rizzini: Trainer Istruttore PSAI tecnico e ricreativo, subacqueo fondista, il naso del gruppo colui che dalle asperità del fondale riesce a trovare….. reduce da numerose spedizioni;
·         Federico Håland Gaeta, Istruttore PSAI, fondista di notevole esperienza, il nostro interprete in Norvegia;
·         Roberto Barbieri Istruttore PSAI, il nostro tecnico operatore esperto di fotografia ed esperto subacqueo tecnico.
 

Nell'ordine:   Roberto Barbieri    Federico Haland Gaeta      Oscar Lodi Rizzini


 
 


L’articolo su uno dei più importanti quotidiani Norvegesi