lunedì 21 dicembre 2015
martedì 10 novembre 2015
IL LAGHETTO INQUINATO
Oggi ci troviamo all'interno di una area suburbana allagata forse a seguito di una risorgenza dopo lavori di sbancamento di terreni ove andremo a rilevare la presenza di importanti inquinanti .
Per certi versi suggestivo è il percorso sagolato tra le auto abbandonate ed i rottami di ogni genere.
Alla prossima avventura sommersa.
venerdì 30 ottobre 2015
Spedizione a Fedafjord in Norvegia su Scubaportal
Siamo orgogliosi di presentare il nostro articolo relativo alla Spedizione inj Norvegia a Fadafjord pubblicata su scubaportal.
BUONA LETTURA
martedì 20 ottobre 2015
Tech Show Day Moregallo "Rapanui" 17 ottobre 2015
Bellissimo evento dedicato ai Rebreathers svoltosi al Rapanui di Moregallo. Erano presenti molte macchine : Megalodon,Sentinel,Inspiration,Liberty,Octagon,JJ, Pegasus,
SF2,Poseidon Pathfinder . Ringraziamo tutti i numerosi
partecipanti e tutti i nostri
istruttori intervenuti, che hanno reso possibile questo evento Ci rivediamo molto presto.
mercoledì 30 settembre 2015
Nave da carico Lina
Oggi siamo andati alla scoperta (per chi non lo avesse già vistato) del bellissimo relitto della nave da carico Lina, naufragata centouno anni or sono sulla costa davanti all'isola di Cres durante una pessima giornata di nebbia.
Il naviglio si trova adagiato in assetto di navigazione su di un piano inclinato che va dai circa 20 metri, ai circa 50 del fondo.
In questo caso, in una fantastica immersione a due, realizzata con l'amico biologo marino Thomas Pohl e grazie al sostegno di Lorena dello Scubacenter Sv Marina di Labin, abbiamo potuto girare delle suggestive immagini anche della parte più profonda del relitto, ove è ancora visibile - ad esempio - il timone, parzialmente affondato nel limo, che di solito è resa opaca dalla sospensione presente in acqua.
Il naviglio si trova adagiato in assetto di navigazione su di un piano inclinato che va dai circa 20 metri, ai circa 50 del fondo.
In questo caso, in una fantastica immersione a due, realizzata con l'amico biologo marino Thomas Pohl e grazie al sostegno di Lorena dello Scubacenter Sv Marina di Labin, abbiamo potuto girare delle suggestive immagini anche della parte più profonda del relitto, ove è ancora visibile - ad esempio - il timone, parzialmente affondato nel limo, che di solito è resa opaca dalla sospensione presente in acqua.
martedì 29 settembre 2015
PSAI & Luci dal Profondo Il relitto dell'Elviscott a Pomonte
Un bellissimo video in collaborazione con gli ideatori di "Luci Dal Profondo"
dove avrà sicuramente un seguito
mercoledì 23 settembre 2015
Riserva Naturale dello Zingaro e la Motonave da Carico Mohawk Deer
Dopo il periodo di ferie agostano, il training Facility Psai Flyboat con una sequenza di immagini che sono un po' la sintesi di quanto prodotto nei rispettivi periodi di vacanza.
Note
di viaggio che andranno dal "ricreativo" al "tecnico" e che vedranno
entrare pertanto le attrezzature in ogni tipolgia di scenario, come ben
si presta l'azione di test & stress che ci siamo dati.
Qui si comincia con la prima parte del girato nella spetttacolare Riserva Naturale Orientata dello Zingaro in San Vito Lo Capo, autentica perla del Mediterraneo, già ben nota sin dai tempi di Omero.
Successivamente ci siamo impegnati in un'immersione molto nota, che
si trova lungo il corso dell'Area Marina Protetta: il relitto della
motonave da carico Mohawk Deer, che si trova a Cala degli Inglesi, poco
prima della bellissima baia di S. Fruttuoso arrivando da Portofino (Ge).
L'immersione ci ha dato la possibilità di mettere a prova le
nostre attrezzature anche a quote discretamente impegnative: le immagini
infatti mostreranno le grandi caldaie ed i rottami di fondo, che si
trovano a circa 50 metri di profondità e distanti un centinaio di metri
dal corpo principale della grande nave, che affondò tre volte, prima di
terminare le sue lunghe tratte di mare proprio dove si trova ora.mercoledì 2 settembre 2015
La Parte di Poppa della Torpediniera Giuseppe Dezza
Il relitto oggi giace in un tratto di mare non facile
per visibilità: il delta del fiume Po infatti influisce non poco su
questo versante di Adriatico; cinonostante le immagini documentano un
relitto di sicuro interesse, con diversi suoi armamenti ancora in sede.
Guardate le immagini e, se non lo avete ancora mai visto, fateci un pensiero.
Un ringraziamento particolare va alla tenacia di Marco Urban, con me in acqua nell'unica immersione fatta; ottimo il servizio reso dall'amico Roberto Cafolla, del diving center Rovigno Sub.
Guardate le immagini e, se non lo avete ancora mai visto, fateci un pensiero.
Un ringraziamento particolare va alla tenacia di Marco Urban, con me in acqua nell'unica immersione fatta; ottimo il servizio reso dall'amico Roberto Cafolla, del diving center Rovigno Sub.
Training Facility Flyboat
giovedì 23 luglio 2015
"IL SOGNO DI INFANZIA" spedizione PSAI ITALIA in Norvegia
IL Sogno d’Infanzia
Ritrovamento del “flap” del Junker
52/3
Alcuni ricordi di
guerra di un testimone:
Di tutta la guerra mi rimase
per sempre impressa una unica missione…. Era il 26 aprile del 1945, avevo
appena lasciato il servizio alla Torre di Controllo, quando venni
richiamato. Era arrivata la comunicazione di un nostro ricognitore dalla
zona di Fedafjord, dove venivano
segnalati movimenti di alcune unita’ della Kriegsmarine, la flotta
navale tedesca, presso una fabbrica di estrazione e lavorazione del
minerale molibdeno. Al nostro dipartimento di “Intelligence”, la fabbrica era già nota per la
produzione di armi e si era già tentato più volte di distruggerla attraverso
bombardamenti aerei.
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Di tutta la guerra mi rimase per
sempre impressa una unica missione…. Era il 26 aprile del 1945, avevo appena
lasciato il servizio alla Torre di Controllo, quando venni richiamato. Era
arrivata la comunicazione di un nostro ricognitore dalla zona di Fedafjord, dove venivano segnalati
movimenti di alcune unita’ della Kriegsmarine, la flotta navale tedesca,
presso una fabbrica di estrazione e lavorazione del minerale molibdeno. Al
nostro dipartimento di “Intelligence”,
la fabbrica era già nota per la produzione di armi e si era già tentato
più volte di distruggerla attraverso bombardamenti aerei.
Bristol Beaufighter della RAF
Convocato come da procedura e con
il consueto briefing tra Equipaggi e Comandanti, si decise di tentare di
fermare le tre unita’ navali da trasporto tedesche che erano state individuate.
Dalle informazioni risultava che
le navi erano cariche di armi per rifornire le truppe del “Terzo Reich” di stanza in Norvegia.
L’attacco era quindi stato
pianificato e deciso. Quelli del 144° Squadrone della “Royal Air Force RAF PL-E NV 182 vennero incaricati di eseguire la
missione. Decollarono quattro cacciabombardieri
Bristol Beaufighter, sei caccia P51
Mustang americani del 19° squadrone USAF, due outsiders alleati del
289°squadrone e un aereo da ricognizione
Vickers Warwick della Royal
Air Force inglese del 279° squadrone.
A circa metà del tragitto dalla Manica verso il Mare del
Nord, uno dei Bristol Beaufighter segnalò avarie ai motori e dovette rientrare
alla Base. Noi della Torre di Controllo eravamo sempre in contatto radio con i
velivoli impegnati nella Missione, che dopo due ore di volo, alle ore 16:11 del 26 aprile del 1945, videro
avvicinarsi le coste della Norvegia. In prossimità di Fedafjord vennero intercettati e attaccati dai caccia Messerschmitt BF 109 della Luftwaffe, e arrivati in zona bombardamento furono attaccati dalle
batterie contraeree tedesche poste a
difesa della strategica fabbrica Norvegese occupata dai Tedeschi.
Vickers Warwick - RAF
P51 Mustang - RAF
Dalle comunicazioni via radio ci
segnalarono che un Bristol Beaufighter era
stato abbattuto dalla contraerea ed era
precipitato in mare, come riscontrammo successivamente anche dalle fotografie
dei nostri ricognitori. Gli altri caccia bombardieri inglesi inflissero pesanti
danni alla nave tedesca “Palmyra”,
una delle tre con il prezioso carico d’armi, senza però riuscire ad affondarla.
Un secondo Bristol Beaufighter venne
colpito, e gravemente danneggiato precipitò in un lago della zona. Dopo un
ulteriore scontro a fuoco tra la contraerea tedesca un terzo cacciabombardiere inglese
venne colpito e abbattuto terminando la sua corsa con un impatto contro i cavi
dell’alta tensione ed il successivo schianto nel bosco ad ovest di Hidra, nei pressi del lago di Sage.
Le due
lapidi nel cimitero di Feda
Le salme dei due membri
dell’equipaggio vennero trovate delle truppe tedesche e sepolte nel cimitero di
Feda Oggi è possibile riconoscere la
loro tomba attraverso una pala dell’elica del loro aereo infissa nel terreno
che porta incisi i nomi: Eyton-Morgan (Pilota) e F/Sgt. J.T. Knox.
Ritorniamo ai giorni nostri:
Un giorno Federico mi racconta una storia che suo zio Kjell Glendrange, Marines Norvegese in congedo gli raccontava spesso. Tre aerei inglesi caduti durante la guerra vicino a dove abita.
Incuriositi da questa storia e leggenda che si tramanda nella famiglia Glendrange, in collaborazione con Leonardo Canale e Maurizio Bertini concessionari di PSAI Italia non che esperti trainer subacquei e appassionati di ricerche storiche inerenti la Seconda Guerra Mondiale, iniziamo a informarci e raccogliere notizie per trasformare questa leggenda in storia documentabile in quanto realmente accaduta nei cieli del sud della Norvegia. Dalle nostre ricerche, grazie anche al contributo del Comando Centrale della Royal Air Force, è emerso che gli aerei caduti erano effettivamente tre. Partendo dalle foto originali dell’attacco scattate dai ricognitori inglesi siamo stati in grado di individuare i tre probabili punti d’impatto.
Un giorno Federico mi racconta una storia che suo zio Kjell Glendrange, Marines Norvegese in congedo gli raccontava spesso. Tre aerei inglesi caduti durante la guerra vicino a dove abita.
Incuriositi da questa storia e leggenda che si tramanda nella famiglia Glendrange, in collaborazione con Leonardo Canale e Maurizio Bertini concessionari di PSAI Italia non che esperti trainer subacquei e appassionati di ricerche storiche inerenti la Seconda Guerra Mondiale, iniziamo a informarci e raccogliere notizie per trasformare questa leggenda in storia documentabile in quanto realmente accaduta nei cieli del sud della Norvegia. Dalle nostre ricerche, grazie anche al contributo del Comando Centrale della Royal Air Force, è emerso che gli aerei caduti erano effettivamente tre. Partendo dalle foto originali dell’attacco scattate dai ricognitori inglesi siamo stati in grado di individuare i tre probabili punti d’impatto.
Attacco
alla “Nave Palmyra”
Una volta recuperate più foto
possibili e articoli dei giornali dell’epoca, ricontattiamo lo zio di Federico,
Kjell, mettendolo al corrente di ciò che abbiamo trovato. Entusiasta all’idea
di una spedizione di ricerca inizia a preparare tutto quello di cui potevamo
aver bisogno, ed ottiene anche il prezioso supporto dei Vigili del Fuoco di Flekkefjord che mettono a disposizione le
attrezzature necessarie.
Il giorno della partenza arriva, destinazione
Fedafjord, Norvegia. E’ arrivato il momento di coronare mesi di ricerche fatte da
Leonardo, Maurizio, Federico, Roberto ed Oscar. Inizia la grande avventura.
Arrivati all’aeroporto di Kristiansand ci accoglie la mamma di
Federico, che nel mentre non è rimasta con le mani in mano raccogliendo
informazioni dagli anziani e storici del posto.
Tra le altre cose racconta che i
numerosi laghi del luogo sono famosi per l’avvistamento di figure mitologhe chiamati
Nøkken. Attraversando l’alto ponte Fedafjord Bru, si apre davanti a noi una
vista splendida del fiordo. Sembra di essere uno dei ricognitori che scattò le
foto dell’epoca. Questa fantastica vista ci permette di iniziare a focalizzare
le informazioni raccolte immedesimandoci negli eventidell’epoca. La nostra
fantasia ci fa tornare indietro al quel fatidico 26 aprile del 1945 e proviamo
ad immaginare quanto accaduto a quel tempo.
Battaglia
sul Fedafjord
Appena depositati i bagagli ci
muoviamo per un primo sopralluogo, diretti dove a quel tempo il cargo tedesco “Palmyra” fu attaccato dagli inglesi. Sappiamo che la nave fu danneggiata
gravemente, ma riuscì comunque a raggiungere un cantiere in Germania per le
riparazioni. La nave “Palmyra” affondo’ negli anni 70 a causa di una collisione
con una nave cisterna inglese nel mar Baltico.
“Palmyra”
Nel mentre Federico si sta organizzando con Kjell per
portarci nei boschi alla ricerca del Bristol Beaufighter abbattuto
dall’aviazione della Luftwaffe,
quello che cadde toccando i cavi dell’alta tensione. Preparato
tutto, partiamo. Dopo un paio d’ore di cammino arriviamo dove si trovano i
resti dell’aereo inglese. Ci sono pezzi di ali, alcune parti dei carrelli e
numerosi pezzi della carlinga. Sulle rimanenti parti delle ali e’ ancora
possibile vedere gli stemmi della RAF, dai colori ormai sbiaditi,che ornavano
le ali del bombardiere
cerchi
sbiaditi dei colori che ornavano le ali del bombardiere “Beaufighter”
I
resti del “Bristol Beaufighter”
abbattuto
La sera del secondo giorno siamo
galvanizzati per il primo ritrovamento, ci ritroviamo a cena, non si parla
d’altro. Sissel e suo zio Kjell ci raccontano la leggenda di questi aerei e
dell’ala, si narra sia nascosta nel lago vicino dove ci troviamo, aggiungendo
le informazioni raccolte tra gli anziani del posto. Ancora più motivati non ci
accorgiamo del tempo che passa e il sole di mezzanotte del cielo scandinavo non
ci da tregua, come non ci danno tregua l’entusiasmo e la voglia di cominciare
le ricerche. Alle 5.30 del mattino, da buon
militare lo zio Kjell viene a svegliarci. E’ già pronto per partire alla
ricerca del secondo Bristol Beaufighter. Non abbiamo
nemmeno il tempo di capire di essere in Norvegia che il Signor Kjell è già
passato dai Vigili del Fuoco di Flekkefjord
a recuperare tutte le attrezzature necessarie per la ricerca in acqua.
Iniziamo a perlustrare il lago di
Håland da est verso ovest,
raggiungendo la profondità massima di 15 mt. Procediamo allineati ad una
distanza di circa 5 metri l’uno dall’altro a causa del scarsa visibilità,
cercando di muovere meno sospensione possibile e comunicando con la luce delle
torce.
Al ventesimo minuto di ricerca,
alla profondità di 12 mt, con il fascio delle torce illuminiamo una parte di
ala del secondo aereo e alcuni piccoli frammenti del velivolo. Riusciamo ad
effettuare il recupero del pezzo senza danneggiarlo ed a portarlo in superficie. Ma qualcosa non torna, non è un Bristol
Beaufighter, sembra il pezzo di un aereo da trasporto con segni di avvenuto
incendio, come dimostrato dalla presenza di bolle sulla vernice. Arrivano
presto gli esperti del vicino “Museo di
Lister”, sono a conoscenza di un’altra vecchia storia riguardante un aereo
tedesco che a bordo aveva dodici paracadutisti in viaggio dalla Danimarca dopo
l’invasione della Norvegia del 1940. Con
nostro grande stupore ci confermano che il pezzo ritrovato appartiene ad un velivolo
tedesco, lo confermano il colore e la forma ondulata della superficie.
Recupero
del flap dello ”Junker 52/3” dal lago di Haaland
Il giorno seguente, ricaricate le
bombole, continuiamo con le ricerche. Come da programma, ci spostiamo verso
quello che ci risulta essere il probabile secondo punto d’impatto, nel lago di
Lange. Dopo circa 15 minuti nell’acqua fredda e torbida individuiamo i resti di
un aereo. Con nostra grande sorpresa notiamo la forma ondulata della carlinga e
delle ali; subito realizziamo che non si tratta di un Bristol Beaufighter
bensì di un velivolo tedesco. E’ lo Junker 52/3 che giace sul fondo fangoso.
I resti del velivolo sono molto danneggiati, probabilmente a causa del forte
impatto con il ghiaccio, dal recupero delle salme avvenuto in epoca di guerra e
dal lungo tempo ormai trascorso. L’improvviso affiorare di questi pensieri
suscita in noi un forte senso di rispetto per questi soldati deceduti a causa
dell’abbattimento.
La ricerca del ”Junker”
Il PSAI Explorer Team sui resti dello
“Junker”
Uno Junker della
Luftwaffe
Rientriamo
alla base, ci manca il terzo Bristol Beaufighter da trovare.
Alla
sera ci troviamo per fare il punto della situazione, Federico ha alcune carte
nautiche con le batimetriche di Fedafjord. Studiamo la morfologia del fiordo e dei
fondali incrociando le informazioni con le foto dei ricognitori inglesi dell’
epoca forniti dalla Royal Air Force.
Il
giorno seguente ci rechiamo sul posto, prepariamo l’attrezzatura pronti a
verificare le teorie ricostruite la sera prima. Spostandoci verso l’ipotetico
punto d’impatto iniziamo a esplorare i dintorni fino alla profondità di circa
40 metri. Troviamo qui un improvviso e repentino cambio di inclinazione del
fondale, che secondo le carte porta a circa 90 mtdi profondita’. Non disponendo
quindi delle attrezzature tecniche che utilizziamo normalmente in Italia,
iniziamo la risalita come pianificato.
Una volta in superficie ci
consultiamo con lo zio Kjell, esperto della zona e delle correnti del fiordo,
che ci conferma il probabile punto dove giace il relitto. L’idea di una nuova
spedizione con le attrezzature adeguate e’ gia’ in fase di pianificazione ....…
Il
Team Explorer PSAI ITALIA per la
spedizione in Norvegia alla ricerca degli aerei inglesi abbattuti è composto
da:
·
Kjell Glendrange Marines della
Marina Norvegese in congedo;
·
Sissel Glendrange, logistica e “intelligence”
sul posto, responsabile di tutti i contatti in loco;
·
Leonardo Canale e Maurizio
Bertini Responsabili PSAI Italia, ricerca web e logistica dall’Italia;
·
Oscar Lodi Rizzini: Trainer Istruttore
PSAI tecnico e ricreativo, subacqueo fondista, il naso del gruppo colui che
dalle asperità del fondale riesce a trovare….. reduce da numerose spedizioni;
·
Federico Håland Gaeta, Istruttore
PSAI, fondista di notevole esperienza, il nostro interprete in Norvegia;
·
Roberto Barbieri Istruttore PSAI,
il nostro tecnico operatore esperto di fotografia ed esperto subacqueo tecnico.
Nell'ordine: Roberto Barbieri Federico Haland Gaeta Oscar Lodi Rizzini
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